La direttiva 2013/59/Euratom stabilisce i livelli massimi di concentrazione oltre i quali è obbligatorio intervenire per ridurre i livelli di radon: “i livelli di riferimento di radon per la media annua della concentrazione di attività in aria non devono essere superiori a 300 Bq/metro cubo”.
Tale direttiva, però, non è stata ancora recepita dall’Italia; a tal proposito si riporta un estratto del comunicato stampa della commissione Europea del 25 luglio 2019:
La commissione Europea deferisce l’Italia alla Corte per il mancato recepimento delle norme UE sulla radioprotezione.
Nel dicembre 2013 gli Stati membri hanno convenuto di recepire la direttiva 2013/59/Euratom entro il 6 febbraio 2018 e di comunicare alla commissione le misure e le disposizioni adottate nel diritto nazionale. Nel maggio 2018 la Commissione ha deciso di avviare un procedimento UE di infrazione nei confronti dell’Italia inviando una lettera di costituzione in mora seguita da un parere motivato nel gennaio 2019. Alla data odierna, le autorità italiane non hanno adottato alcuna legge di recepimento della direttiva, o comunque, non la hanno notificata alla Commissione. La Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte.
Ma cosa è il Radon? …e dove si trova?
Il radon è un gas nobile, chimicamente inerte e radioattivo. Esso è presente in natura, principalmente nelle rocce e nel suolo, motivo per cui le concentrazioni più alte di questo gas si trovano nei locali interrati e/o a piano terra.
Questo gas, essendo radioattivo, se inalato in quantità significative potrebbe avere un impatto rilevante nella salute dell’uomo, motivo per cui si rende necessario il monitoraggio dei livelli di gas radon anche nei luoghi di lavoro attraverso misurazioni strumentali.
Le caratteristiche che rendono questo gas insidioso sono l’essere incolore, inodore e insapore; tali caratteristiche, infatti, fanno si che l’uomo lo inali involontariamente senza neanche accorgersene, accusando un danno alla salute.